Faenza Futura: il nuovo logo
Questo progetto nasce nel luglio 2015, ma l’idea di rafforzare l‘immagine societaria legandola alla tradizione faentine è ben più datata.
L’occasione per passare dalle idee ai fatti si è presentata con l’ingresso di nuovi dirigenti in società nell’estate del 2015. La nuova struttura decisionale ha da subito accolto con entusiasmo le nuove proposte ed ha dato il via libera ad un ripensamento dell’immagine societaria. Consci infatti della solidità della struttura sportiva in essere, un sodalizio sportivo unico, in grado di garantire un percorso formativo completo dalla prima elementare alla pensione agonistica, sia a livello maschile che femminile.
Un’ulteriore spinta arrivava poi dal contesto cestistico locale che dal punto di vista comunicativo era scarsamente chiaro: i simboli utilizzati dalle società faentine erano tutti molto simili tra loro.
L’idea di partenza è stata quella di perfezionare la modalità di divulgazione verso l’esterno delle nostre attività. Le difficoltà passate nel trasmettere il servizio prestato alla comunità e ai giovani da parte di Faenza Futura andavano ora superate; diventava quindi fondamentale far percepire la qualità del lavoro svolto dai nostri istruttori e allenatori, con l’obiettivo non secondario di trasmettere i nostri valori sia a tesserati che ad esterni, rafforzando l’identità societaria e stimolando orgoglio e senso di appartenenza.
Si è quindi pensato a un vero e proprio rebranding, con l’ambizione finale di radicarsi il più possibile nel territorio, facendosi riconoscere come icona d’eccellenza sportiva ed educativa.
Partendo da queste premesse ci siamo affidati a Niccolò Baldi di Studio TAAG, per trovare, attraverso la grafica, una soluzione che potesse essere riconosciuta da grandi e piccoli. “La mente è andata subito alla bandiera manfreda nel mondo: la ceramica. – racconta il giovane designer – In particolare l’attenzione è caduta su uno dei più importanti decori della tradizione maiolicara, l’occhio di penna di pavone, che trova le sue origini nella seconda metà del XV secolo, ed è legato a Cassandra Pavoni, amante di Galeotto Manfredi signore di Faenza, e conosciuta appunto come Pavona. Al termine della fase di ricerca mi sono avvalso della consulenza di Mark Crosby, un grafico statunitense esperto di sport-branding, il cui contributo nell’analisi degli stili del momento in ambito di crest ha permesso di arrivare ad una sintesi grafica dal forte impatto visivo, che vede coesistere all’interno di una figura circolare il simbolo dell’occhio di penna di pavone sintetizzato e la palla da basket, che diventa cartoccio (un altro stile decorativo spesso affiancato alla Pavona, ndr), creando continuità tra i due elementi.”
Il risultato è di una certa qualità e di ottimo impatto visivo, caratteristiche che ben si sposano con gli obiettivi a livello comunicativo perseguiti dalla società.
La modernità della figura finale si trova sia nella forma circolare, mai attuale come ora nel settore, ma soprattutto nel segno grafico utilizzato, che permette una rapida lettura e l’immediata riconoscibilità, in particolare del decoro centrale che ben si sostiene anche da solo.
La scelta cromatica è stata invece conservativa rispetto alla storia di Futura, vista la sapiente decisione dei primi dirigenti di rifarsi alle divise tipiche della pallacanestro locale. Ci si è quindi lasciati guidare ancora una volta da Faenza, e si è optato per affiancare all’azzurro il bianco della maiolica e il blu cobalto che storicamente lo sovrasta.
Questo il percorso e le ragioni di un rinnovamento fortemente voluto, studiato in profondità e basato sull’immagine della nostra storia di città d’arte e di sport.
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